The BOOK
IGNORA L'ORDINE ALIENOLa testimonianza che Dejana ci lascia con questo volume è quella di una società consapevole di se stessa, della propria storia, del proprio tempo, eppure ciecamente diretta verso la catastrofe. L’oggi, d’altra parte, il 2020, sarà ricordato nella storia come l’anno del virus. Chi scrive, lo fa chiuso in casa, perché oggi (12.03.2020) abbiamo avuto l’ordine di non uscire, per non infettarci o non infettare. Oggi, alle soglie del “5g”, nell’epoca dei social network e di tutto ciò che il lettore di questo testo potrà un domani riscontrare nella cronaca giornalistica, nonostante le nostre ipertecnologie, siamo costretti a combattere con una minaccia primordiale: un virus, che abbiamo chiamato COVID-19 e che, se guardato al microscopio, ha una sua innegabile bellezza. Già, perché diversamente dal tempo della peste, oggi i virus li vediamo, possiamo scoprirne la perfezione, ammirarne l’armonia matematica con cui arrivano a sterminarci nonostante la nostra superiorità tecnologica.
E ancora una volta, come fu per Boccaccio o per Manzoni, l’arte arriva a raccontare chi siamo, a definire la nostra storia, lasciare una traccia del nostro cammino, talvolta con ironia, giocando con gli slogan, storpiando le parole o il senso delle cose. Non è un caso se, ancor prima del virus, Dejana pensasse all’estinzione di massa o se, scimmiottandolo, trasformava il logo del Burgher King in Murder King. Non è un caso perché, richiamando Kandinskji, l’arte possiede una “forza profetica” che fornisce all’artista un’altrettanta “forza visionaria” (Lo spirituale nell’arte, 1909).
Il segreto dell’origine
L’opera d’arte è il prodotto di un’entità aliena. Lo spirito creativo che da migliaia di anni porta l’essere umano a modificare il sistema planetario. L’istinto del manipolare i materiali e le risorse a nostra disposizione. L’inclinazione creativa espressa nella sua forma più pura, la vera identità del genere umano, incapace di vivere sulla Terra.
Nell’opera d’arte è celato il segreto delle nostre vere origini.
Gli alieni siamo noi
Ogni creatura della Terra vive in equilibrio con l’ambiente. Animali, vegetali, microbi, batteri, virus e tutte le particelle elementari coesistono e convivono al fine di favorire lo sviluppo armonioso della vita.
L’essere umano fa eccezione. Per sua natura è portato a modificare il proprio habitat alterando l’equilibrio generale, recando danni all’ecosistema e generando squilibri. La sua intelligenza lo spinge a operare attivamente per generare una realtà autonoma rispetto a ciò che la Terra produce.
L’ecosistema planetario è un meccanismo autosufficiente, capace di fornire l’essenziale per lo sviluppo e mantenimento della vita. L’umanità, al contrario, sviluppa parallelamente un proprio sistema autonomo. Niente, di ciò che produce, esiste in natura essendo il frutto della trasformazione di ciò che quest’ultima fornisce. Le nostre città crescono grazie al consumo delle risorse minerarie e, conseguentemente, allo sfruttamento di quelle superficiali. Abbiamo modificato le foreste, plasmato le montagne, alterato gli equilibri. Tutto a totale svantaggio della Terra e, cosa ben più grave, anche nostro.
Visto con gli occhi di oggi, il genere imano sembra il frutto di un esperimento non riuscito. Il risultato della sua azione prolungata sul pianeta porta, infatti, alla distruzione dell’ecosistema naturale e di se stesso. Pertanto: o la razza umana discende da una strana forma di vita autolesionista e quindi perfettamente a suo agio nel procurarsi dolore, oppure è il frutto di un insediamento alieno che forzatamente cerca di attecchire, ma che per incompatibilità di sistema è destinato a distruggere questo mondo.